martedì 12 maggio 2009
E se le banche dessero lavoro...
L’attuale crisi economica che vede in prima fila le banche mi ha fatto pensare che gli economisti, oltre al coraggio, hanno perso anche la fantasia. Il dato che più ha allarmato i mercati è il vertiginoso aumento dei crediti insolventi. Le aziende (quindi anche le banche concorrenti) che non sono più in grado di sostenere il peso di un debito dichiarano fallimento e spariscono dal mercato. Creando una nuova situazione debitoria. Gli azionisti che avevano investito in azioni di queste imprese si ritrovano in mano dei pezzetti di carta di nessun valore. Spesso, in questi casi, gli azionisti sono proprio le banche che ritenevano di avere ricevuto garanzie sufficienti per poter fornire un prestito. Quindi, nel proprio portafoglio, si ritrovano ad aver perso denaro, si accorgono troppo tardi di avere sbagliato l’investimento e se potessero tornare indietro nel tempo…farebbero le stesse identiche scelte. Perché? Perché ogni prestito viene concesso in base a garanzie materiali o politiche mai di tipo personale. Credo che sia sbagliato. Mi spiego meglio. Se il ricco figlio del Commendator X chiede un prestito per motivi personali lo ottiene. Viceversa, l’artigiano Y che è il miglior professionista della zona ed ha bisogno di aumentare la metratura di casa propria perché gli è nata una splendida bambina avrà difficoltà a coronare il suo sogno se non ha beni materiali ipotecabili da portare in garanzia. Poco importa se il Commendator X ha il vizio del gioco o se la ditta dell’artigiano incrementa la sua attività del 50% all’anno. Nella concezione materiale e materialistica del capitalismo globale che domina l’attuale società occidentale il valore delle capacità umane non è riconosciuto. Nasce da questa amara considerazione l’idea che le banche si trasformino in strumento di raccolta e prestito di denaro e di LAVORO. Come? Aggiungendosi a quelle ditte che si occupano di mettere in contatto le imprese con i lavoratori. La nostra banca, dunque, sarebbe in grado di ricavare un doppio utile dalla buona riuscita di un prestito. Pensiamoci un attimo. L’artigiano Y si reca allo sportello della sua banca ed ottiene il prestito sulla base di garanzie umane. Qualora non riuscisse a far fronte al suo debito dovrà saldare lo stesso con quel lavoro che la banca stessa cercherà di procurargli.
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