lunedì 24 gennaio 2011

Robinson Jr.

Robinson Jr.

domenica 23 gennaio 2011

SATAN'S WOMB/L'UTERO DI SATANA

SATAN'S WOMB/L'UTERO DI SATANA

mercoledì 19 gennaio 2011

Robinson Jr.,


Pier Giorgio Tomatis, Robinson Jr., 10,00€
Un tranquillo scozzese, padre di famiglia, viene separato dai suoi due figli e dalla moglie durante un'invasione aliena. La terribile condizione a cui gli esseri umani saranno sottoposti, la mancanza di informazioni rigurdanti la sua famiglia, scateneranno in lui una sete di vendetta che lo farà diventare "l'uccisore di alieni" e viaggiare tra le dimensioni in un cruento ed epico confronto tra l'irriducibile carattere dei terrestri e il cinismo degli invasori.

martedì 18 gennaio 2011

Gateland


Pier Giorgio Tomatis, Gateland, 10,00€
Il Tenente di polizia di Chicago, Jonathan Perry, deve indagare su di un comunissimo caso di omicidio. Peccato che l'anziano pellirosse ucciso nel suo appartamento sia ancora vivo e l'unico a collaborare con le indagini. Qualcuno non vuole che il poliziotto scopra la verità. Ma qual è ? E che cos' è realmente Gateland , l'associazione umanitaria che sembra permeare ogni livello della nostra società? E chi o cosa è la mano destra del Diavolo? Il cammino che porterà Jonathan a dare una risposta a questi interrogativi sarà irto di difficoltà. A seguire ogni so passo fino ai confini dell'aldilà ci sarà un lupo...e senso di giustizia e di vendetta.

lunedì 17 gennaio 2011

Satan's Womb/L'utero di Satana


Pier Giorgio Tomatis, Satan's Womb/L'utero di Satana, 10,00€
Nicholas Marshall subisce una serie di attentati dai quali salva a stento la sua vita. Decide di fuggire da Portland per recarsi al Satan's Womb e qui trovarvi protezione. La struttura, un'enorme costruzione edificata all'interno di Mount Withney, offre rifugio ed ogni sorta di divertimento. Dopo un primo periodo di euforia, il protagonista del romanzo si renderà conto di essere capitato in un luogo dove la sua vita varrà molto poco. Lo salverà l'amore...finchè dura.

domenica 16 gennaio 2011

Enfante terrible (di Pier-Giorgio Tomatis)


Enfante terrible (di Pier-Giorgio Tomatis)
Ed. HOGWORDS
EAN: 9788897032021
Euro 10,00
Marina era bella, intelligente, benestante. Viveva in una cittadina di provincia dove i rapporti umani sono tutto. Lei aveva un solo difetto. Si eccitava con la sofferenza ed aveva trovato il posto migliore del mondo per divertirsi: una fabbrica della RTF.

martedì 14 dicembre 2010

Mi rifiuto...


Immagine tratta dal blog http://ncmmd.blogspot.com/2010/04/rifiuti-zero-costi-zero.html
Mi rifiuto...
Quando parliamo di rifiuti, abbiamo l'immagine della società moderna. Con le sue contraddizioni nella corsa al massimo benessere, nella sua attitudine a misurarlo sulla base dei "consumi". E nella sua sempre più evidente insostenibilità. Tanto bene ci siamo calati in questo sogno per cui tutto ciò non debba finire mai, che spesso è fastidioso sentirselo ricordare: ci troviamo ormai sommersi dai rifiuti con un inquinamento estremamente diffuso nell'aria, nella terra e nell'acqua e alla vigilia di una crisi energetica dovuta all'aumento dei costi delle risorse (sempre più aquirenti che ambiscono alla loro fetta di "benessere" e materie prime che per forza di cose sono limitate).

Ma invece di pensare a come invertire questo processo autodistruttivo, stiamo a litigare su quanto ci resta ancora: 20 anni, 50 anni di consumi sfrenati... "Ma chissenefrega! Per noi ne abbiamo ancora per un bel po', in futuro una soluzione la troveranno...".

E allora ecco il paradosso della modernità in tutta la sua forza: montagne di scarti irrecuperabili sorgono ai margini dei nostri insediamenti urbani, delle nostre città "civili" e ci sembra normale bere l'acqua in bottiglie di plastica, comperare merendine il cui imballo vale quanto il contenuto (ma molto di più in termini di danni ambientali), usare e gettare, usare e gettare... E ancora, bambini e poveri di tutto il mondo si riuniscono in enormi discariche (di rifiuti provenienti dai paesi "civili") per differenziare e recuperare quello che non abbiamo fatto noi! E che per noi è uno scarto.

Non si tratta di salvare il mondo, qui dobbiamo salvarci da noi stessi!!! Qualcuno è disposto a rimettersi in gioco per ripensare un mondo diverso? Chi accetta la sfida?

lunedì 29 novembre 2010

John Kennedy energy revolution


John Kennedy energy revolution
Quando il primo uomo mise piede sulla Luna questo definì una generazione. Con l’inizio del nuovo millennio dobbiamo affrontare una sfida più grande. I cambiamenti climatici minacciano la nostra stessa esistenza. Quali altri disastri convinceranno i leader del mondo che le attuali tecnologie, che sfruttano le energie rinnovabili, offrono l’ultima speranza per il futuro sostenibile? Parole vuote e decisioni senza spina dorsale hanno fallito. Ora è il tempo di una rivoluzione energetica. Guarderemo negli occhi i nostri bambini dicendo loro che avevamo la possibilità ma c’è mancato il coraggio? Guarderemo negli occhi i nostri bambini dicendo loro che avevamo la tecnologia ma c’è mancata la visione? Oppure guarderemo negli occhi i nostri bambini e diremo loro che abbiamo affrontato la sfida e che ci siamo battuti, ci siamo battuti per la rivoluzione energetica?

domenica 17 ottobre 2010

JFK: queste parole hanno armato i suoi assassini


JFK: queste parole hanno armato i suoi assassini
«La parola segretezza è in sé ripugnante in una società libera e aperta e noi come popolo ci opponiamo storicamente alle società segrete, ai giuramenti segreti, alle procedure segrete. Abbiamo deciso molto tempo fa che i pericoli rappresentati da eccessi di segretezza e dall'occultamento dei fatti superano di gran lunga i rischi di quello che invece saremmo disposti a giustificare. Non c'è ragione di opporsi al pericolo di una società chiusa imitandone le stesse restrizioni. E non c'è ragione di assicurare la sopravvivenza della nostra nazione se le nostre tradizioni non sopravvivono con essa.

Stiamo correndo un gravissimo pericolo, che si preannuncia con le pressioni per aumentare a dismisura la sicurezza, posta nelle mani di chi è ansioso di espanderla sino al limite della censura ufficiale e dell'occultamento. Non lo consentirò, fin dove mi sarà possibile. E nessun membro della mia Amministrazione, a prescindere dal suo alto o basso livello, civile o militare, dovrebbe interpretare queste mie parole come una scusa per imbavagliare le notizie, soffocare il dissenso, occultare i nostri errori o negare alla stampa e al pubblico i fatti che meritano di conoscere.

Chiedo però a ogni editore, a ogni direttore e a ogni giornalista della nazione di riesaminare i suoi stessi parametri e di riconoscere la natura del pericolo che corre il nostro Paese. Solitamente, in tempo di guerra, il governo e la stampa si sono uniti nel tentativo, basato principalmente sull'autodisciplina, di impedire divulgazioni non autorizzate al nemico. In tempo di chiaro ed effettivo pericolo i tribunali hanno confermato che persino i diritti garantiti dal Primo Emendamento debbano sottomettersi alla necessità pubblica di sicurezza nazionale.

Oggi non è stata dichiarata alcuna guerra e, per quanto violento possa essere lo scontro, potrebbe non essere mai dichiarato nel modo tradizionale. La nostra qualità della vita è in pericolo. I nostri nemici dichiarati proliferano in tutto il globo. La sopravvivenza dei nostri amici è in pericolo. Tuttavia, non è stata dichiarata alcuna guerra, nessun esercito ha oltrepassato un confine, nessun missile è stato lanciato. Se la stampa aspetta una dichiarazione di guerra prima di imporsi l'autodisciplina delle condizioni di guerra, posso solo dire che nessuna guerra ha mai rappresentato una minaccia più grande alla nostra sicurezza. Se state aspettando un reale ed effettivo pericolo, posso solo dire che il pericolo non è mai stato più reale e la sua presenza non è mai stata più incombente.

È necessario un cambiamento di punto di vista, di tattiche, di finalità da parte del governo, della gente, di ogni uomo d'affari o leader sindacale e di ogni giornale.

Poiché siamo osteggiati in tutto il mondo da una cospirazione monolitica e spietata che si avvale principalmente di mezzi occulti per espandere la propria sfera di influenza attraverso l'infiltrazione piuttosto che l'invasione, la sovversione piuttosto che le elezioni, l'intimidazione piuttosto che la libera scelta, la guerriglia notturna piuttosto degli eserciti diurni. È un sistema che ha investito molte risorse umane e molti materiali nella costituzione di una macchina efficientissima e perfettamente oliata che combina operazioni militari, diplomatiche, d'intelligence, economiche, scientifiche e politiche.

I suoi preparativi non vengono resi pubblici, ma occultati. Ai suoi errori non vengono dedicati i titoli di testa, ma vengono nascosti. I dissidenti non sono elogiati, ma messi a tacere. Nessuna spesa viene messa in questione, nessuna indiscrezione pubblicata, nessun segreto svelato. In poche parole, la Guerra Fredda viene portata avanti con una disciplina di guerra che nessuna democrazia si augurerebbe o desidererebbe mai di eguagliare. Ciò nonostante, ogni democrazia riconosce le restrizioni necessarie alla sicurezza nazionale e resta da stabilire se tali limitazioni debbano essere osservate più rigorosamente nel caso di un attacco di questo tipo, come anche di una reale invasione e forse non ci sono consigli da dare.

Forse non c'è risposta al dilemma che una società libera e aperta deve affrontare in una guerra fredda e segreta. In tempo di pace, qualsiasi discussione a riguardo e ogni conseguenza, sono dolorose e senza precedenti. Ma questo è un epoca di pace e di pericolo che non ha precedenti nella storia. È dalla natura senza precedenti di questa sfida che nasce il vostro secondo obbligo, un obbligo che condivido. È nostro obbligo informare e mettere in guardia il popolo americano per essere certi che conosca e comprenda tutti i fatti che deve sapere: i pericoli, le prospettive, le finalità del nostro programma e le scelte da affrontare...

Ai vostri giornali non chiedo di sostenere l'Amministrazione, chiedo invece il vostro aiuto nel fondamentale compito di informare e mettere in guardia il popolo americano.

Nutro infatti un assoluta fiducia nella risposta e nella fedeltà dei nostri cittadini a condizione che siano completamente informati. Non solo non potrei soffocare le voci di dissenso fra i vostri lettori, le auspico. Questa Amministrazione vuole essere trasparente nei propri errori, perché, come disse un saggio: «Un errore non diventa madornale finché non rifiuti di correggerlo». Vogliamo assumerci la piena responsabilità dei nostri errori e auspichiamo che voi li indichiate quando manchiamo noi di farlo. Senza dibattito, senza critica, nessuna Amministrazione e nessun Paese può avere successo come nessuna repubblica può sopravvivere.

È questo il motivo per cui il legislatore ateniese Solone definì un crimine per ogni cittadino rifuggire dal dibattito. Ed è questo il motivo per cui la nostra stampa era protetta dal Primo Emendamento l'unica attività in America specificamente protetta dalla Costituzione, che non serve per divertire e intrattenere, per enfatizzare il triviale e il sentimentale, o semplicemente per dare al pubblico ciò che vuole, ma per informare, risvegliare, per riflettere, riconoscere i nostri pericoli e le nostre opportunità, segnalare le nostre difficoltà e le nostre scelte, per guidare, plasmare, istruire e a volte persino per fare infuriare l'opinione pubblica.

Questo significa maggiore attenzione e maggiore analisi delle notizie internazionali,perché non c'è più nulla di lontano ed estraneo, ma tutto è vicino e ci riguarda.

Significa fare più attenzione al capire le notizie e al perfezionarne la divulgazione. E significa che il governo, ad ogni livello, deve onorare il proprio dovere di fornire più informazioni possibili al di fuori dei più stretti limiti della sicurezza nazionale, e questo intendiamo farlo. All inizio del Diciassettesimo Secolo Francis Bacon commentò tre recenti invenzioni che stavano cambiando il mondo: la bussola, la polvere da sparo e la stampa. Ora che i legami tra le nazioni tracciati all inizio dalla bussola ci hanno resi tutti cittadini del mondo, le speranze e le minacce del singolo sono diventate le speranze e le minacce di tutti noi.

I tentativi di vivere insieme, l'evoluzione della polvere da sparo fino agli estremi ha messo in guardia l'umanità sulle terribili conseguenze di un fallimento. Ed è quindi alla stampa, biografa delle imprese dell'uomo, custode della sua coscienza, foriera delle sue notizie, che ci rivolgiamo per avere forza e sostegno, fiduciosi che con il vostro aiuto l'uomo diventerà ciò per cui è nato: libero e indipendente».

sabato 16 ottobre 2010

Kennedy e il PIL



Kennedy e il PIL
(immagine tratta da
http://www.digitalexile.it/smemo/wp-content/uploads/2009/03/robert_kennedy_speaking_before_a_crowd_june_14_1963.jpg)
NON TROVEREMO MAI UN FINE PER LA NAZIONE NE UNA NOSTRA PERSONALE SODDISFAZIONE NEL MERO PERSEGUIMENTO DEL BENESSERE ECONOMICO, NELL’AMMASSARE SENZA FINE BENI TERRENI. NON POSSIAMO MISURARE LO SPIRITO NAZIONALE SULLA BASE DELL’INDICE DOW-JONES, NE I SUCCESSI DEL PAESE SULLA BASE DEL PRODOTTO NAZIONALE LORDO (PIL). IL PIL COMPRENDE ANCHE L’INQUINAMENTO DELL’ARIA E LA PUBBLICITA’ DELLE SIGARETTE, E LE AMBULANZE PER SGOMBRARE LE NOSTRE AUTOSTRADE DALLE CARNEFICINE DEI FINE-SETTIMANA. IL PIL METTE NEL CONTO LE SERRATURE SPECIALI PER LE NOSTRE PORTE DI CASA, E LE PRIGIONI PER COLORO CHE CERCANO DI FORZARLE, COMPRENDE LA DISTRUZIONE DELLE SEQUOIE, LA PERDITA DELLE NOSTRE MERAVIGLIE NATURALI E LA CEMENTIFICAZIONE SELVAGGIA, CRESCE CON LA PRODUZIONE DI NAPALM, MISSILI E TESTATE NUCLEARI, COMPRENDE ANCHE LA RICERCA PER MIGLIORARE LA DISSEMINAZIONE DELLA PESTE BUBBONICA, SI ACCRESCE CON GLI EQUIPAGGIAMENTI CHE LA POLIZIA USA PER SEDARE LE RIVOLTE, E NON FA CHE AUMENTARE QUANDO SULLE LORO CENERI SI RICOSTRUISCONO I BASSIFONDI POPOLARI. COMPRENDE PROGRAMMI TELEVISIVI CHE VALORIZZANO LA VIOLENZA PER VENDERE PRODOTTI VIOLENTI AI NOSTRI BAMBINI. IL PIL NON TIENE CONTO DELLA SALUTE DELLE NOSTRE FAMIGLIE, DELLA QUALITA’ DELLA LORO EDUCAZIONE O DELLA GIOIA DEI LORO MOMENTI DI SVAGO. NON COMPRENDE LA BELLEZZA DELLA NOSTRA POESIA O LA SOLIDITA’ DEI VALORI FAMILIARI, L’INTELLIGENZA DEL NOSTRO DIBATTITO O L’ONESTA’ DELLE NOSTRE PUBBLICHE AMBIZIONI. IL PIL NON MISURA NE LA NOSTRA ARGUZIA, NE IL CORAGGIO, NE LA NOSTRA SAGGEZZA, NE LA CONOSCENZA, NE LA NOSTRA COMPASSIONE, NE LA DEVOZIONE AL NOSTRO PAESE. MISURA TUTTO, IN BREVE, ECCETTO CIO’ CHE RENDE LA VITA VERAMENTE DEGNA DI ESSERE VISSUTA. PUO’ DIRCI TUTTO SULL’AMERICA MA NON SE POSSIAMO ESSERE ORGOGLIOSI DI ESSERE AMERICANI.