sabato 7 novembre 2009

Scende la neve dai (Tre)monti


Scende la neve dai (Tre)monti
(foto tratta da http://vibrisse.files.wordpress.com/2009/10/giulio_tremonti_777t1.jpg)
Lo ammetto. Ai tempi del “Libro bianco” ero un fan di Giulio Tremonti. Credevo che la sua ascesa avrebbe decretato la fine di quell’economia italiana raffazzonata e arruffona che così poco apprezzavo. Poi, si sono susseguiti i governi (dal ’95 sono saliti a Palazzo Chigi due volte Prodi e Berlusconi), le politiche economiche (le riforme di Sinistra, quelle della Destra), il caro petrolio e la crisi. Il Superministro dell’economia ha avuto tempo e poteri sufficienti per stupirmi. Non lo ha fatto. Il Tremonti di oggi sembra lontano parente dell’autore di quel libro così intelligentemente scritto. In verità, del Ministro del Pdl mi ha sorpreso la sua posizione sul lavoro a tempo indeterminato (dopo che la sua coalizione si era data così tanto da fare per introdurre ed incentivare nuove tipologie contrattuali), nei confronti delle banche che non svolgono il compito di registi dell’economia (al di là di qualche scontro verbale non mi risulta che tale casta abbia modificato il proprio modo di operare), sull’aumento salariale dei lavoratori dipendenti per un vero e serio rilancio dei mercati (peccato che le uniche cose che stanno aumentando sono gli stipendi dei politici e il debito pubblico italiano). Se simili esternazioni sono frutto di un calcolo elettoralistico le ho trovate molto intelligenti nella loro impostazione, tuttavia non in grado di farmi cambiare giudizio sul Ministro o opinione su quanto ha fatto durante il suo mandato. Ritengo che il motore dell’economia non vada acceso con dichiarazioni populiste e opportuniste, bensì con una forte scossa che può essere determinata solamente da un nuovo modo di vedere il mercato. Che poi è ancora quello vecchio. Il cliente ha sempre ragione e il venditore deve soddisfarne i bisogni (non i propri). Basta con l’oligopolio petrolifero e quello degli amici di Bill (Gates, ovviamente). Se riusciremo a sbarazzarci di queste anomalie di mercato tornerà il bel tempo in economia. Solamente così.

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