mercoledì 25 marzo 2009


Un concetto irrinunciabile del mercato perfetto è la Giustizia. L'equità di giudizio e la certezza del diritto, prima ancora che della pena, riveste fondamentale importanza nei rapporti economici. La tanto discussa Giustizia, oggetto di continue riforme e controriforme, condiziona enormemente oltre ché la vita sociale di un Paese anche l’andamento del mercato. Sono un convinto assertore della certezza nonché della severità delle pene per chi ruba o uccide, intendiamoci, tuttavia, è innegabile che la Giustizia sia un pilastro con cui si sostiene la certezza del diritto nel rapporto economico tra produttore e consumatore. Prendiamo in esame il contratto di vendita di un oggetto: con un documento scritto (analizziamo al momento solo questa forma) due soggetti danno vita ad un rapporto economico in cui una parte si impegna a produrre o a consegnare una cosa, a prestare un servizio e l'altra a corrisponderne il prezzo. A questo punto intervengono il legislatore ed il giudice a regolare il buon andamento della compravendita. Il primo nel formulare le leggi. Il secondo nel farle applicare in sede giudiziale. Il contratto però ha bisogno di certezze e oltre all’illegalità, che è comunque un fenomeno allarmante, mi preoccupa la reticenza. La scelta cosciente e ponderata da parte di un soggetto che ha subito un torto di non adire alle vie legali nei confronti di un altro è destabilizzante nonché diffusa. Se a livello teorico la ragione sta da una parte la cosa deve coincidere anche nell’atto pratico. Accade che una sentenza positiva si abbia in base a ciò che si può o si riesce a dimostrare. Chi ha più soldi può permettersi di affrontare diversi gradi di giudizio, pagare avvocati più esperti e smaliziati, nonché aspettare i cosiddetti tempi lunghi della Giustizia. E gli altri? Senza soldi si cercano dei compromessi oppure si tace il danno. In parole povere…si subisce. L’onorario di un avvocato, le spese di giudizio in Tribunale, sono spesso dei lussi che non tanti si possono permettere, specie se messi a confronto con l’entità del torto subito. Se il danno è inequivocabile ma di un ammontare modesto non conviene fare alcuna denuncia perché le spese supererebbero le entrate. Questo permette, ad esempio, il perpetuarsi di un infrazione che rimane impunita. Nessuna denuncia, nessun’ipotesi di colpa, nessuna punizione. Ma questa è solo una delle situazioni in cui il mercato si imbastardisce per effetto di eccessiva libertà di azione da parte di soggetti economici che operano ai limiti della legalità ed oltre. Esistono anche altri comportamenti che sovvertono il mercato perfetto. La contraffazione dei marchi di fabbrica o dei brevetti, la concorrenza sleale, la corruzione, la frode, l’intimidazione e la violenza fisica sono le armi che soggetti dediti all’illegalità utilizzano più o meno apertamente per trasformare il mercato in terra di facili conquiste. L’insufficiente capacità di azione dell’apparato di controllo dei comportamenti illegali comporta un danno all’immagine del nostro Paese e, paradossalmente, enormi profitti per le società di malaffare. Non sono in grado di sapere con certezza di chi sia la colpa ma questo non mi permette di pensare che il problema non esista.

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