lunedì 22 febbraio 2010

Down, Facebook e la tolleranza zero.


Down, Facebook e la tolleranza zero.
Immagine tratta da
http://static.technorati.com/09/11/25/1845/Facebook-Down---Twitter-Search.jpg
Ma davvero ci si stupisce che nasca su Facebook un gruppo chiamato «Giochiamo al bersaglio con i bambini down», che contava attorno alle 19 di domenica oltre 1300 iscritti? Beh, allora siamo degli ipocriti o abbiamo il prosciutto sugli occhi. Basta guardare cosa succede in alcune classi di alcune scuole (non generalizzo, sia chiaro). Insegnanti che non riescono ad insegnare, studenti con i piedi sul banco, mp3 nelle orecchie e Dio solo sa cos'altro. Bisogna aggiungere anche ciò che avviene per le strade: automobilisti indisciplinati e tutto ciò che questo comportamento provoca. E poi, come se non bastasse, al minimo rimprovero, sul banco degli imputati si mettono i maestri o i professori. I genitori non accettano che il loro "figliolo" subisca un "torto così grave" da una persona non della famiglia. La mancanza di rispetto per gli altri permea la nostra società e non ci si può nascondere dietro a dei numeri. Quelle 1300 persone iscritte al gruppo di Facebook possono rivelarsi ragazzi apparentemente innocui e di buona famiglia. Saremo disposti a correggere adeguatamente questa "sciocchezza" compiuta su Facebook adottando una tolleranza zero? E se questi ragazzi ci rimproverassero che in fondo noi stessi non siamo immuni da colpe perché abbiamo commesso sciocchezze, ai loro occhi, assai simili? Beh, torno a ripetermi. Il degrado che ha portato alla formazione di quel gruppo di Facebook ha radici lontane ed è figlio della nostra precisa volontà di: non accettare responsabilità; non accettare alcun tipo di autorità. Per realizzare la tolleranza zero non bisogna chiamarsi Rudolph Giuliani. Occorre solo coerenza. Ne avremo abbastanza? Coraggio. Proviamoci.

Nessun commento:

Posta un commento