martedì 15 giugno 2010

Chi è il vero terrorista?


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Chi è il vero terrorista?

Negli ultimi dieci anni abbiamo assistito ad un’incredibile escalation di problemi extranazionali come mai si era avuta in tutte le epoche passate. Il terrorismo, la guerra, il caro-petrolio, la crisi economica. Apparentemente tutti questi elementi sono disgiunti l’uno dall’altro ma un’attenta analisi potrebbe portare a sconvolgenti sorprese. Come si sa, l’11 settembre, il crollo delle torri gemelle, l’attentato terroristico più eclatante e sanguinoso della storia della civiltà umana ad opera di Osama Bin Laden e di Al Qaeda, è stata la miccia che ha fatto scoppiare la guerra al terrorismo internazionale. Da quel lontano giorno il mondo è cambiato parecchio. Oggi, andare in metropolitana o in treno, prendere un aereo, recarsi al posto di lavoro, sono tutte operazioni che portano con loro un livello di ansia e di angoscia impensabili fino ad una decina di anni fa. La guerra è stata una (naturale???) conseguenza di quel pauroso attentato. Da allora ci sembra quasi normale vedere i carri armati in Cecenia, Tibet, Afghanistan, Irak, ma anche in Africa e chissà, forse, anche in Grecia. La piaga del terrorismo andava combattuta e gli eserciti della civiltà occidentale si sono prodigati affinché Bin Laden ed Al Qaeda avessero ricevuto una adeguata risposta. Tuttavia, a nove anni dal disastro e dalle guerre dichiarate, il Re del Terrore e la sua organizzazione sono ancora a piede libero. Alle loro spalle, invece, vi sono una sequenza interminabile di violazione dei più naturali diritti umani sanciti con la convenzione di Ginevra ed un disastro ambientale senza prezzo. Il livello di distruzione ottenuto dall’incendio dei pozzi petroliferi e dall’insensato utilizzo di uranio impoverito nelle bombe lanciate in Iraq è quasi pari alla follia dei governanti che si sono dati battaglia in una delle zone del pianeta più ricche e più belle. Il costo della guerra è enorme anche dal punto di vista energetico. La guerra ribattezzata “del petrolio” ha consumato (e lo fa ancora) una quantità considerevole di materie prime ed ogni uomo dovrebbe indignarsi di fronte alla facilità con cui si riesce a trovare risorse da bruciare in battaglia a scapito di quelle per curare i malati o dar da mangiare agli affamati. Bella civiltà “superiore” che siamo. Veramente una bella civiltà. Complimenti. Il prezzo del petrolio ha continuato a salire vertiginosamente in questi anni e poco importa se a dirigere la guerra al terrorismo sia stato un petroliere, figlio di petrolieri, amico di petrolieri. Colpa della Cina. Il petrolio costa così caro perché Cina ed India ne fanno richiesta come non ne hanno fatto in passato. E’ una bugia. Se il prezzo di un bene sale rispetto alle aspettative dell’acquirente quest’ultimo (è automatico) riduce le sue richieste. Se non lo fa il motivo può essere uno solo. Sta investendo. Sta scommettendo in sé e nella crescita della sua economia. Questo è un male? Non credo. La domanda da porsi, a questo punto, è perché i paesi occidentali non investono in se stessi e non scommettono nella propria economia. La risposta può essere una sola. Stanno impegnando le risorse in altro. La guerra. Appunto. E che cosa succede quando si smette di credere in se stessi? Succede che smettono anche gli altri. Se i nostri paesi non investono nell’economia interna come si può sperare che lo facciano gli altri? A questo punto appare meno incomprensibile la crisi economica che ha fatto seguito al caro-petrolio. Banche esose, aziende grette, cittadini vessati e in balia di un sistema-Stato che non solo non li difende ma gioca con loro come se facesse del tiro al piccione. Prima di concludere questa analisi dei tempi che stiamo vivendo occorre fare una premessa. Nel 2000 nasceva l’unione politica e monetaria europea di cui non fanno parte ancora oggi gli USA (ovvio) e la Gran Bretagna (meno ovvio). Quest’ultima si è dimostrata attivissima su tutti i fronti. Braccio destro degli americani in politica ed economia hanno sempre avuto un piede dentro (ma l’altro saldamente fuori) le stanze del potere della nuova Europa. Strano comportamento. Davvero strano. Anche in base a questa mia solo apparente divagazione consegue una serie di considerazioni finali:
-il peggio deve ancora arrivare
-i nostri governanti usano la loro posizione per fini diversi da quelli istituzionali
-i problemi che ci vengono prospettati e di fronte ai quali reagiamo con impeto non sono quelli che crediamo di comprendere
-occorre una maggiore sensibilità ambientale
-occorre solidarizzare con i popoli, anche se diversi da noi. In fondo, stiamo sulla stessa barca. Noi non abbiamo aerei presidenziali.
-diffidiamo delle informazioni omologate dal sistema. Non siamo in guerra. Farcelo credere è un ottimo sistema per poter usare ogni forma di censura
-c’è di peggio che perdere il proprio posto di lavoro
-non saremo noi a votare e ad eleggere i nostri rappresentanti finché essi non saranno come noi
-se tutte le borse del mondo scendono contemporaneamente o ci stanno prendendo in giro o è arrivato il momento in cui abbiamo deciso di riprenderci i soldi e di combattere questo sistema
-la democrazia non si conquista informandosi sulle vicissitudini familiari della coppia Pitt-Jolie.

sabato 8 maggio 2010

Scene di lotta di classe a Global Hills

Scene di lotta di classe a Global Hills



Ho scovato questo articolo su Internet e credo che valga la pena discutere sull'argomento.
Tratto da http://www.camilliadi.aggrega.it/index.php?option=com_content&view=article&id=19:banche-e-massoneriaa-cosa-serve-la-crisi-finanziari&catid=4:logge&Itemid=5

Immagine tratta da http://rivoluzionemonetaria.files.wordpress.com/2008/12/structure-massonica1.jpg

Paolo Franceschetti

1. Premessa
Come tutti sanno questo blog parla di argomenti vari, Mostro di Firenze, Moby Prince, Ustica Moro, ma tutti accomunati da un nesso comune. La massoneria. Cosa c’entrano questi argomenti con il crack finanziario? C'entrano. C'entrano. Se avrete la pazienza di seguirmi per un po’ ve lo chiarisco, cercando di spiegare il motivo di questo crack finanziario quasi globale, che è solo prodromico ad altri ancora peggiori, questa volta globali. Cercheremo di capire cioè chi l’ha innestato e perché. Ho iniziato a capire la potenza della massoneria e i suoi fini, non da complottista fissato, non da appassionato di gialli ed esoterismo. I complotti non mi avevano mai interessato e non ho mai avuto fiuto per i rebus o per i gialli. Certo, avevo intuito che dietro tutte le morti sospette nei testimoni dei processi, dietro agli infarti, agli incidenti, c’era qualcosa di potente. Avevo intuito che se tutte le stragi italiane erano rimaste impunite qualcuno manovrava dall’alto. Ma non avevo capito chi c’era dietro, e soprattutto non avevo capito perché. Poi ho iniziato a capire, dopo l’inchiesta Cordova, la potenza della massoneria, cioè una forza in grado di legare tra sé, e subordinare ad essa, mafie, servizi segreti, e poteri illeciti vari. Fin qui OK. Ma restava una domanda… Se esiste un’organizzazione così potente da condizionare la politica degli Stati, organizzare guerre, organizzare stragi e farla sempre franca, uccidere tutti coloro che si oppongono al sistema, qual è il fine ultimo di questa organizzazione? Il fine era quello che mancava.
Poi ho capito
2. Il sistema.
Ho iniziato a capirlo studiando le leggi del sistema bancario. Studiando - da giurista e non da esoterista – il mondo delle banche, il suo funzionamento e i suoi riflessi sulla vita di tutti noi cittadini. Banca d’Italia, BCE, Fondo Monetario internazionale… E ho capito che è quello il cuore di tutti problemi: il mondo bancario. Vediamo di riassumere i punti salienti della mia ricerca:
1) Anzitutto una prima anomalia che si palesa subito a chi studia l’argomento, è il funzionamento della Banca D’Italia e della BCE. La Banca d’Italia è per il 95 per cento in mano ai capitali privati, ovverosia Intesa-San Paolo, Generali, Monte dei Paschi di Siena, ecc…. La quota più rilevante è quella di Intesa San Paolo che è una vera e propria quota di controllo. Quindi ecco un primo grosso problema della politica e finanza italiane: la moneta non viene emessa dallo stato, ma dalla banche private; il controllo della moneta e degli istituti di credito è in mano alle banche private e non allo stato. Cioè i controllati si controllano da soli.
Questo significa una cosa sola: che sono le banche a governare il paese, e non la politica, e che i politici sono asserviti ai bancheri e agli imprenditori. Ciò è confermato dalle leggi che disciplinano le banche, ove è evidente che il governo non ha nessun potere su Banca D’Italia, né di controllo né di nomina degli amministratori.
2) La seconda anomalia è europea. Noi dipendiamo dalla BCE. E la BCE è un istituzione indipendente dalla Comunità europea, con più poteri addirittura dello stesso parlamento europeo. Gli amministratori della BCE son svincolati dai governi, non rispondono praticamente a nessuno e godono addirittura di immunità superiori a quelle, già corpose, dei parlamentari europei.
In poche parole: la finanza europea dipende dalla BCE.
3) La cosa che salta agli occhi è che la Banca d’Inghilterra ha il 17 per cento del capitale della BCE. Ma l’Inghilterra è fuori dall’euro, quindi non ha senso che una nazione straniera fuori dal circuito dell’euro possa controllare i destini dei paesi dell’area Euro. Ora, se i geni dell’anticomplottismo saltano subito su a precisare che quel 17 (superiore pure alle quote italiane, francesi, spagnole) è solo formale, basta un minimo di intelligenza per capire che un’istituzione come la Banca d’Inghilterra non si insedia certo in un organismo importante e potente come la BCE solo formalmente. In realtà “sostanzialmente” le banche inglesi hanno un potere enorme sulle banche europee. Vediamo come.
4) Facendo una breve ricerca che chiunque può fare da solo su Internet, risulta che il vertice della massoneria mondiale, il vertice UFFICIALE, è nella corona inglese. Ora, siccome la corona inglese nomina i dirigenti della Banca d’inghilterra (è sufficiente controllare sul sito ufficiale della banca) ne consegue che la Banca d’Inghilterra è controllata dalla massoneria. E questo non lo diciamo noi, ma lo dicono i siti ufficiali di queste istituzioni.
5) Considerando l’importanza e la potenza della massoneria a livello mondiale ci vuole poco a capire quindi chi, veramente, detiene il potere nella BCE, e per quale motivo i vertici della BCE non rispondono penalmente e civilmente neanche nei confronti del parlamento europeo. Ma la vera anomalia non è neanche questa.
6) La cosa più assurda è che controllando il flusso degli investimenti delle banche italiane, si nota che molte, tante, troppe azioni e troppi milioni di euro, sono investiti in… banche inglesi e americane. Barclays, Rockfeller, Morgan Stanley, ecc., creando un conflitto di interessi pauroso. In altre parole, il nostro destino è legato a filo doppio alle sorti delle banche inglesi e americane. In questo modo si crea però un conflitto di interessi, perché le leggi o le manovre finanziarie che rafforzano l’Euro danneggiano le altre monete, ma rafforzando la nostra moneta paradossalmente allo stesso tempo danneggiamo anche le nostre banche e i nostri investimenti, e viceversa. Analizzando quindi i flussi di capitali e la ricchezza ci si accorge che tutto il potere del mondo è concentrato in poche mani, di pochi gruppi bancari e industriali il cui destino è legato a filo doppio dalle stesse vicende. A questo punto si capisce perché la politica sia assoggettata alle banche e perché chi prova a toccare le banche muore. Si capisce cioè perché, gira e rigira, tutti quelli che si sono avvicinati alla massoneria e/o alle banche sono morti, da Falcone, ad Ambrosoli, a persone meno conosciute come Arrigo Molinari che avevano provato a portare alla luce il problema del Signoraggio (Arrigo Molinari che, ricordiamolo, morirà in un lago di sangue, secondo il copione più classico dei delitti della Rosa Rossa, in una data il cui valore numerico è, non a caso,
7). Ma ancora non si capisce il fine di tutto ciò. Controllare tutto va bene. Ma perché? Studiando i meccanismo del sistema bancario la cosa appare chiara e risulta evidente il motivo della crisi di questi giorni. Anche qui occorre procedere per punti.
1) Le banche prestano denaro virtuale ed inesistente a fronte di beni reali. Spieghiamo meglio. Per prestare denaro una banca non fa alcuna fatica, deve solo scrivere una cifra sullo schermo di un PC. Si digita: 1.000.000.000 di euro e voilà… come per magia la banca ha prestato un miliardo di euro. Quando l’azienda, il privato, o lo stato estero, non possono restituire, la banca fa un’operazione molto semplice: chiede all’azienda mezzo miliardo di azioni in cambio dell’azzeramento del prestito; chiede al privato i suoi beni in cambio dell’azzeramento del prestito; oppure chiede allo stato estero del terzo mondo una miniera di diamanti, di oro, ecc…. Non è un caso che la maggior parte delle miniere di diamanti dell’Africa siano di proprietà di banche europee. Il meccanismo è semplice: se Tizio non può pagare un debito di 100, la banca si accontenta di un bene che vale 50. Tizio ci guadagna. La banca, contabilmente, ci rimette. In realtà, dal punto vista reale, la banca non ha perso nulla, ma al contrario ha guadagnato una miniera, il controllo di una società, i beni di Tizio. Cioè in altre parole la banca non ha perso nulla, tranne una cifra scritta sullo schermo di un PC; ma in cambio ha acquistato petrolio, diamanti, oro, terreni, case. Ricordiamoci poi che da Bretton Woods in poi, nel 1944, il sistema bancario mondiale non è più vincolato all’oro, ma è poco più che carta straccia. Il suo valore infatti è dato da un complesso di calcoli e di variabili che in sostanza fanno dipendere il suo valore dalla fiducia che in un dato momento il mondo accorda a quella moneta. La banca cioè (o il suo prestanome) a fronte di un esborso pari a 0, acquista beni reali, diamanti, oro, terreni, case, società. Inoltre, allo stato attuale, non esiste neanche una quantità di cartamoneta sufficiente a coprire tutti i conti correnti e i debiti della banche. Questo significa che se domani tutti i risparmiatori si recassero a prelevare contanti, in circolazione non ci sarebbe neanche un numero di monete sufficiente a restituire il tutto. Il denaro, in altre parole, è diventato meno che carta straccia. E’ diventato un numero scritto sullo schemo di un PC. Quindi è sbagliato dire che la banche “falliscono”. Fallimento implica l’idea di sconfitta. Sarebbe più corretto dire che la banca “termina il suo lavoro”. Quando la banca fallisce, in realtà non fallisce affatto, ma ha completato la sua opera: che è quella di acquisire beni reali a fronte della cessione di beni inesistenti. Avere un bilancio in passivo, per una banca, equivale ad avere in mano un documento con calcoli e cifre… ma avere in mano anche beni materiali di ingente valore acquistati per poter arrivare a questo buco di bilancio.
2) L’altro strumento di questa immensa operazione è stato il fenomeno delle privatizzazioni. Ci avevano detto che la provatizzazione serviva per rendere più efficiente il sistema dell’energia, il telefono, l’acqua, tutto. All’inizio ci avevamo creduto. Ma oggi abbiamo capito che non è così. Telecom è più inefficiente di prima, quando la società si chiamava SIP. Mentre l’Enel, in questi anni, ha moltiplicato gli “errori” sulla bolletta e sui contatori, che sono all’ordine del giorno e si traducono una truffa sistematica ai danni dei cittadini, con un meccanismo che prima, quando questi enti erano in mano statale, non accadeva. Per non parlare delle società di riscossione delle tasse degli enti locali, che diventano private. Cioè si affida un servizio pubblico impositivo ad un ente privato che mediante le cosiddette cartelle esattoriali pazze, incamera illegalmente milioni di euro. Come poi sappiamo, è in atto un processo di privatizzazione degli altri servizi pubblici essenziali, come l’energia e l’acqua. E chi controlla l’acqua, l'energia e il cibo, controlla il pianeta.
3. Conclusioni
Studiando il sistema bancario, si spiega la ragione dell’intoccabilità delle banche. Ecco perché nessun partito, da destra a sinistra, salvo pochissime eccezioni, ha sollevato il problema. Neanche i paladini dei poveri come Rifondazione Comunista lo hanno fatto; né i paladini del nazionalismo e della forza dello stato, lega e AN, hanno denunciato questo stato di cose. Perché la parole d’ordine della politica è occuparsi di temi solo secondari, dall’aborto ai Pacs. Ma mai, in nessun caso, occuparsi della banche (che poi significherebbe risanare il bilancio dello stato e evitare il crack economico e finanziario). Da queste leggi, e dalla situazione economica e finanziaria, si risale al gruppo Bilderberg., alla P2, alla Rosa Rossa e a tutto il resto. Rosa rossa che è il cuore del potere bancario, finanziario, e politico. E allora non ci si stupisce più del motivo per cui, ad esempio, si trova il simbolo della rosa non solo nei simboli dei partiti; ma lo stilema di una rosa, compare nel sito di una delle istituzioni bancarie più importante del mondo, Euroclear (l’ex Cedel). E non deve stupire che tale stilema, in quel sito, sia immerso nel colore rosso, che altro non è che il lago di sangue che è stato versato in tutti questi decenni per arrivare alla situazione attuale; una situazione che è stata preparata con cura nei decenni, dai politici e dai finanzieri, in un legame indissolubile in cui nessuno poteva fare a meno dell’altro, e che ha richiesto un enorme dispendio di energie affinchè il piano finale potesse realizzarsi. Infatti per arrivare ad un’operazione del genere era necessario che nessun politico potesse dissentire dal programma globale; e che tutta la grande finanza, col tempo, si fosse assoggettata ad esso. Ecco allora che i pochi politici onesti col tempo sono stati allontanati. Ecco che chiunque arrivava alla verità moriva. Ecco le stragi di stato, per poter permettere il passaggio all’attuale sistema bipolare sull’onda della paura. Ed ecco le ragioni di questo crack finanziario globale: far crollare il sistema bancario, per far perdere al denaro il suo valore, ma affinchè i beni, siano essi terreni, oro, diamanti, abitazioni, continuino a valere. E quelli sono in mano ai grandi gruppi bancari e finanziari. Se a questo crack aggiungiamo la privatizzazione di tutti i servizi pubblici, compresa l’acqua, la luce, il quadro è completo. Tutto ciò rientra nel progetto di controllo globale delle risorse: i grandi gruppi bancari e industriali, nonostante il fallimento (anzi… proprio grazie a questo) avranno in mano non solo beni materiali come oro diamanti petrolio, ma anche risorse primarie, come acqua e energia elettrica.
Riassunto per domande e risposte.
Riassumiamo il tutto con semplici domande e risposte.
1) Chi ha voluto il crack? Le grandi banche. I grandi banchieri ovverosia il vertice della massoneria internazionale. BCE, Banca D’inghilterra e Federal Reserve in testa.
2) Perché? Per arricchirsi. Loro hanno acquisito e acquisiranno beni reali, mentre perderanno solo denario, ovverosia una posta virtuale che non vale niente. Il fallimento, infatti, arricchirà queste persone, e non le indebolirà. Sono loro che hanno le materie prime.
3) Di chi è la colpa? Della politica che lo ha permesso. Dei banchieri e della finanza internazionale che in questi decenni hanno corrotto e/o ucciso tutti quelli che si sono opposti a questo progetto.
4) Quali mezzi hanno usato? Il trattato di Lisbona, l’Unione Europea, i sistemi politici bipolari (non a caso fortemente voluti dalla P2). Questi sono solo i mezzi per accentrare tutti i poteri in poche mani, e allontanare i centri decisionali del potere dalla gente. E sono uno strumento per permettere questo crack finanziario, che diversamente non sarebbe stato possibile, se la politica avesse fatto il suo dovere e se ciascina nazione avesse curato i propri interessi anziché quelli dell’Unione Europea.
5) Ma cosa c’entra la Rosa Rossa con il crack finanziario, con Cogne, Erba, e il Mostro di Firenze? La massoneria rosacrociana, per poter attuare un piano decennale come quello che si può vedere in atto, è (e non può che essere) potentissima. Se qualcuno dei suoi membri commette delitti di natura esoterica, per finalità specifiche interne all’ordine, questi vengono coperti da tutti gli affiliati all’organizzazione. Si tratta di un’organizzazione che ha il potere di unificare l’europa e poter programmare un crack finanziario che era risaputo in tutti gli ambienti; un crack cioè che è stato voluto dalla elite bancaria e finaziaria, e appoggiato dalla maggior parte dei politici al governo che sono i meri esecutori materiali di questi gruppi. Un organizzazione così ha logicamente il potere di controllare e intervenire anche nelle vicende apparentemente marginali, come i delitti di sangue commessi dai suoi affiliati. In effetti, da questo punto di vista, hanno ragione Berlusconi e Tremonti. La situazione è sana: le banche infatti, non “falliscono” se non vitualmente, ma hanno raggiunto il loro obiettivo. E, dal loro punto di vista, non c’è certo di che preoccuparsi. Chi si deve preoccupare sono solo le persone che avevano accumulato, orgogliose, quelle decine di migliaia di euro in banca. “Loro”, i potenti, comunque vada cascheranno in piedi e si rialzeranno addirittura più forti di prima, con il controllo delle risorse economiche del pianeta.
PS.
L'articolo, per essere comprensibile, è volutamente generico. Altrove, in passato, ho trattato in modo più approfondito il problema della Banca d'Italia e dei legami tra massoneria e Banca d'Inghilterra con i riferimenti legislativi precisi.http://www.altalex.com/index.php?idnot=37581 http://www.altalex.com/index.php?idnot=38143 Per il problema delle banche si possono consultare i siti http://www.signoraggio.com/, Disinformazione, e il sito di Larouche http://www.movisol.org/, che da anni anticipavano il crack finanziario che oggi è sotto gli occhi di tutti. Da anni. Ma si sa... quelli sono siti complottisti. Meglio leggere il Corriere della Sera, che è equilibrato ed equidistante, Repubblica per chi è un po' a sinistra, e il Giornale per chi è un po' a destra.

giovedì 6 maggio 2010

Il profitto è incompatibile con la Vita

Il profitto è incompatibile con la Vita

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No Profit Sì Vita

Il profitto incontrollato è incompatibile con la vita. Una società che pone il profitto ad ogni costo quale Legge al di sopra di ogni altra sceglie di vivere in un mondo senza regole dove la trasgressione alle norme di convivenza è una forma di sopravvivenza quasi obbligata. In alcuni luoghi è l’unica consentita. Una società compatibile con la vita persegue la criminalità organizzata alla stessa stregua di un’azienda che causa la morte dei propri dipendenti, dei clienti, dei vicini di stabilimento. Anche se si trattasse di uno Stato. Ma se il profitto è l’unica componente fondamentale della Società allora viene meno ogni considerazione su socialità ed umanità. Questo perché, mi ripeto, non è compatibile con la vita. Può la Salute essere governata da criteri di interesse economico personale? Il vaccino per la carie esiste ma non viene messo in commercio perché conviene più curare la malattia che prevenirla. Ma l’elenco non finisce qui. La Giustizia può essere governata da chi offre di più? Un sistema dove la Legge non è uguale per tutti si mette a disposizione di chi ha più mezzi da investire. L’Ordine Pubblico può essere governato da una logica di profitto? Pensate di si? Allora è logico che persino la Mafia ha senso ed un’utilità sociale. La Cultura può essere dispensata a suon di profitti? Allora persino i graffiti degli uomini delle caverne sarebbero più importanti per il progresso e lo sviluppo della società di quello che viene spacciato per importantissimo contributo alla formazione. In conclusione: la vita ed il profitto possono andare a braccetto? Se sono consequenziali, la risposta è si. Se il secondo è incondizionato, la risposta, ovvia, è no. La sfida del futuro, se ancora ne abbiamo uno, sta proprio in questo concetto. Il profitto deve essere compatibile con la vita se è assoggettato a quest’ultima. Tra socialdemocrazia (incompiuta) e liberaldemocrazia (incompiuta) occorre scegliere ciò che unisce i due sistemi. La verità sta nel mezzo dicevano gli antichi. La democrazia, anch’essa incompiuta, è l’unica strada percorribile. Il profitto non è un demone ma nemmeno una divinità incontestabile. La vita, relegata in un angolino, deve tornare ad essere il centro della società umana. Altrimenti c’è il baratro. E non è poi così lontano come si pensa.

martedì 27 aprile 2010

Gira a SINISTRA


(Immagine tratta da http://blog.leiweb.it/marinaterragni/files/2009/05/destra-sinistra1.jpg)
Gira a SINISTRA

L’ultima competizione elettorale sembra avere confermato che la crisi economica ha mietuto più vittime nella compagine di Centro-sinistra che non in quella del Centro-destra. Sarebbe superficiale affermare con certezza che questa è l’unica chiave di lettura della sconfitta. Occorre analizzare profondamente alcuni fattori che si sono rivelati determinanti. Il primo è quello della tendenza politica di dare un senso al bipolarismo, trasformandolo in un più agile (e americaneggiante, non dimentichiamolo) bipartitismo. Ebbene, la sconfitta del PD è assai simile alla perdita di consensi da parte del Pdl che, guarda caso, è la sua l’immagine speculare, l’altro partito-coalizione presentatosi alle elezioni. Un altro fattore che ha giocato un ruolo determinante nella débacle è stato l’apparentamento con il partito di Casini e l’accantonamento della sinistra più estrema. Un calcio ben dato alla base ed alla cultura operaia. Conosco comunisti orgogliosi, quelli fedeli alla linea per intenderci, che hanno votato Lega in questa tornata elettorale. Sino a qualche anno fa una scelta simile era impensabile. Oggi è diventata realtà. La base della sinistra chiede una politica di sinistra e premia i politici che vogliono vincere il confronto con il tanto demonizzato Berlusconi (leggasi Di Pietro) o si battono per temi concreti, comprensibili e condivisibili per la storia riformista (leggasi Beppe Grillo). Un altro fattore, non meno trascurabile, è la politica ambivalente della sinistra riformista, agli occhi della base, più attenta alle esigenze della grande industria che non di quelle della classe operaia, del piccolo commerciante o imprenditore. Proprio in questo bacino elettorale sembra abbia fatto breccia la Lega con proposte che rassicurano meglio dei proclami dei leader della sinistra (paletti all’immigrazione selvaggia, ad esempio). Forse, occorre meno sudditanza nei confronti delle Coop o della FIAT, anche a livello sindacale (visto che i rapporti tra CGIL, CISL e PD sono ancora molto forti). Nonostante le dichiarazioni degli addetti ai lavori, il PD (e il Pdl non gli è da meno, attenzione!) è ancora una formazione politica verticista. Il metodo di scelta dei candidati e la loro presentazione all’elettorato, quelle primarie tanto sbandierate in faccia agli avversari, da sole non bastano a convincere i sinistro-scettici. E, forse, nemmeno più tanto i riformisti. Un bel risultato queste elezioni lo devono raggiungere: una profonda e discussa analisi del modo di proporsi per gli anni a venire, per le prossime battaglie. L’assemblearismo deve tornare a governare le sorti della socialdemocrazia italiana. Manco a dirlo, questo concetto è in totale antitesi con la proposta del Capo dell’esecutivo che pretende di trasformare il nostro pallido Presidenzialismo in una forma di Governo più individualista (o personalista…) e per farlo ritiene doveroso che la sinistra partecipi attivamente a questo suo progetto. Il segretario del PD si è già dato disponibile al confronto. Credo sia un errore ma c’è una crisi globale da gestire. Vediamo se la trattativa porterà a risultati positivi.

Ladro chi fugge



(L'immagine è tratta da
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Ladro chi fugge
Numerose banche dati delle maggiori imprese occidentali sono memorizzate nelle Filippine. La Swissair tiene la contabilità dei suoi servizi aerei a Bombay, in India. La società d’assicurazioni New York Life fa seguire le proprie pratiche a Castleisland, in Irlanda. Gli Ingegneri dell’Eletricité de France fanno battere la loro corrispondenza nella foresta delle Argonne. La Banca d’Italia ha una sede operativa alle isole Cayman. La Svizzera deve la sua fortuna economica e la sua fama per aver fornito rifugio ai capitali del popolo ebreo durante le persecuzioni naziste. Oggi, fa altrettanto. Per tutti. Senza distinzione alcuna. E non ci sono nazisti a perseguitare nessuno. A meno che non si consideri il Fisco un carnefice da cui difendersi strenuamente. Un’azienda che ha sede in un luogo decide di affidare settori nevralgici della propria attività ad aziende che operano in un’area geografica lontana ed il più delle volte a rischio. La globalizzazione, spacciata per un segno tangibile del progresso raggiunto dalla nostra civiltà, è un mostruoso strumento di fuga. A chi ha capitali, il denaro scotta nelle mani e non vede l’ora di depositarlo al sicuro in fresche casseforti che si trovano a mezzo mondo di distanza. Lontano dai suoi occhi ma anche dalle mani rapaci di chi vuole appropriarsene. Ancora una volta l’uomo dimostra che chi ha denti non ha pane e chi ha pane non ha denti. Chi vive al di sotto del livello minimo di sussistenza e ha bisogno di denaro non ce l’ha e non ne può godere. Quella piccola elite che denaro ne ha più che in abbondanza non lo utilizzerà mai nemmeno se vivesse 50 vite. Pensate se si potesse imporre ad un nababbo con un patrimonio stimato di 50 miliardi di Euro, di spenderlo tutto. Il sistema capitalista, a differenza di quello liberista, premia l’accumulo di capitale indipendentemente da come esso si sia formato. Paradossalmente, il latrocinio e l’inosservanza della Legge sono parti fondanti di questo tipo di società e non un aberrante incidente di percorso.

domenica 14 marzo 2010

PRIVACY=INTERESSE PRIVATO


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PRIVACY=INTERESSE PRIVATO

L’impostazione data alla Legge sulla Privacy è del tutto singolare. Capita, in ogni città, di trovare delle targhe affisse all’esterno di condomini, ben visibili, molto vicine ai campanelli. Su di esse si può leggere che “questo condominio non intende ricevere pubblicità in buca e diffida chiunque a deporla in nome di una legge di cui si citano i riferimenti giuridici. Basta dunque un’idea di questo genere a mondare la nostra posta di ogni velleità commerciale? Penso proprio di no. E ve lo posso provare. Chiunque può recarsi in un ufficio postale e comperare questo servizio dalla società che, ormai, è diventata monopolista del settore. Otterrà buste, lettere, compilazione, spedizione e… sì, tenetevi forte, anche i nominativi di un numero di abitanti a scelta tra vari tipi di pacchetti. Voi vi chiederete: ma è legale vendere etichette con nome, cognome, indirizzo civico relativo ad un cittadino? Non lo so. Certo, siamo di fronte ad una strana incongruenza. Se vogliamo trovare un elenco completo della popolazione di un paese non possiamo ottenerlo con le pagine bianche cartacee o in formato elettronico (non tutti gli abitanti possiedono un telefono e non tutti hanno espresso pieno consenso all’utilizzo dei dati sensibili). Le poste italiane rimangono gli unici detentori di questi nominativi. E si fanno pagare per questo servizio. E anche bene. La Privacy? Un concetto di libertà mediante il quale si è dato vita ad un monopolio. Che di libero non ha proprio nulla.

lunedì 22 febbraio 2010

Down, Facebook e la tolleranza zero.


Down, Facebook e la tolleranza zero.
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Ma davvero ci si stupisce che nasca su Facebook un gruppo chiamato «Giochiamo al bersaglio con i bambini down», che contava attorno alle 19 di domenica oltre 1300 iscritti? Beh, allora siamo degli ipocriti o abbiamo il prosciutto sugli occhi. Basta guardare cosa succede in alcune classi di alcune scuole (non generalizzo, sia chiaro). Insegnanti che non riescono ad insegnare, studenti con i piedi sul banco, mp3 nelle orecchie e Dio solo sa cos'altro. Bisogna aggiungere anche ciò che avviene per le strade: automobilisti indisciplinati e tutto ciò che questo comportamento provoca. E poi, come se non bastasse, al minimo rimprovero, sul banco degli imputati si mettono i maestri o i professori. I genitori non accettano che il loro "figliolo" subisca un "torto così grave" da una persona non della famiglia. La mancanza di rispetto per gli altri permea la nostra società e non ci si può nascondere dietro a dei numeri. Quelle 1300 persone iscritte al gruppo di Facebook possono rivelarsi ragazzi apparentemente innocui e di buona famiglia. Saremo disposti a correggere adeguatamente questa "sciocchezza" compiuta su Facebook adottando una tolleranza zero? E se questi ragazzi ci rimproverassero che in fondo noi stessi non siamo immuni da colpe perché abbiamo commesso sciocchezze, ai loro occhi, assai simili? Beh, torno a ripetermi. Il degrado che ha portato alla formazione di quel gruppo di Facebook ha radici lontane ed è figlio della nostra precisa volontà di: non accettare responsabilità; non accettare alcun tipo di autorità. Per realizzare la tolleranza zero non bisogna chiamarsi Rudolph Giuliani. Occorre solo coerenza. Ne avremo abbastanza? Coraggio. Proviamoci.

Circoscriviamo Pinerolo


Circoscriviamo Pinerolo
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Pinerolo è una cittadina della cintura torinese che conta, all’incirca, 38 mila anime. Il doppio di Saluzzo che si trova in provincia di Cuneo. La differenza è che i saluzzesi si godono la loro città. I pinerolesi no. La sera, terminato il lavoro, la gente esce per andare a Torino o a Saluzzo. Questa abitudine, ho avuto più volte modo di dirlo è dettata dal fatto che i cittadini non sentono alcun legame con la città perché non è loro. A governare Pinerolo sono quelle quattro o cinque famiglie che determinano l’andamento degli affari, della politica, dello stile di vita. Non a caso, la cittadina del torinese vive un momento di profonda depressione economica. Le grandi aziende se ne sono andate o lo stanno facendo. La città langue. Una grossa mano a scendere nel baratro della crisi di identità la danno le politiche amministrative sempre più attente al centro della città (la piazza del Municipio, s’intende) e meno alle zone limitrofe. Sette chilometri quadrati, 38 mila abitanti, commercio, artigianato, tutto viene messo in mostra in quella modesta porzione di terra che è Piazza Vittorio Emanale. Persino la tappa del Giro d’Italia deve concludersi nella zona dei Portici nuovi. Qualunque manifestazione venga organizzata non esce da questo circolo vizioso. Eppure, a Torino, con le circoscrizioni, si sono ravvivati interi quartieri ed è aumentata l’affezione e l’orgoglio della gente per la città. Perché non si può fare altrettanto a Pinerolo? La domanda va posta a chi ha voce in capitolo.

mercoledì 3 febbraio 2010

Sper…però…


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Pagare le tasse è legittimo. Chiudere i conti dello Stato in positivo è altrettanto auspicabile. Ciò che proprio non mi va giù e ad esso non mi abituerò mai è che esistano cittadini di serie A e tutti gli altri siano da considerarsi di serie B. Mi riferisco al comportamento che lo Stato adotta nei confronti dei suoi dirigenti di nomina politica. Esistono figure professionali a livello provinciale, regionale, nazionale, che hanno uno stipendio di migliaia di Euro al mese per svolgere mansioni dirigenziali ma che agiscono con un mandato temporale. In altre parole hanno bisogno di un rinnovo per continuare a rimanere in carica. Capita che, cambiando la fisionomia politica dell’Ente pubblico che ha fornito l’incarico, questi dirigenti vengano messi da parte e sostituiti con altri. Ebbene, proprio qui sta l’inghippo. Lo Stato liquida gli ormai ex-funzionari con una liquidazione cospicua perché “essi dovranno reintegrarsi nel mondo lavorativo”. Posto che chiunque abbia uno stipendio di importo superiore al 500% del cosiddetto livello di povertà non può avere problemi a trovare un impiego. Deve solo gestire saggiamente le sue finanze. Il problema è che nel privato accade che i dipendenti che vengono licenziati a malapena ricevano la liquidazione. Figuriamoci quale speranza hanno di trovare un nuovo posto di lavoro. Sono cittadini di serie B. Lo Stato sostiene di non poter intervenire in favore dei tanti neodisoccupati perché gli mancano i fondi per farlo. La colpa, si dice, è dell’evasione fiscale. Vero. Probabilmente, questo serio problema impedisce ai governi di attuare una importante politica di equilibrio e armonizzazione del reddito. Credo, tuttavia, che un cospicuo aiuto possa venire da una generale calmierazione degli stipendi dei dirigenti (pubblici e privati). Un esempio in tal senso è arrivato dal Presidente degli Stati Uniti Obama che dopo aver aiutato le aziende del suo Paese a risollevarsi dalla crisi ha criticato le stesse, colpevoli di aver deciso di ripartire dividendi e bonus ad azionisti e dirigenti. Il succo della crisi sta proprio qua. Finchè non si armonizza il capitale non si potrà uscire dal tunnel nel quale siamo entrati. Non ho sentito alcun politico (di destra, centro o sinistra) definire immorali i privilegi e gli sperperi del suo settore con lo stesso coraggio che ha avuto Obama. Nel nostro Paese gli amministratori contano ancora più dei proprietari e i piccoli interessi di bottega più del senso civico nazionale. Pagare le tasse è legittimo. Sarebbe anche giusto usare con sobrietà il denaro ricavato, almeno per rispetto di chi è meno fortunato.

SELF-MADE-NON


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Un tempo gli Stati Uniti erano il faro economico del mondo occidentale. Qualunque cosa importante nasceva in America prima che in qualunque altro Paese del mondo. L’emblema, la bandiera storica che questo Paese sventolava sulla testa di tutti i suoi potenziali rivali era quella del SELF-MADE-MAN, l’uomo che si era fatto da sé. Con questa locuzione veniva inteso denominare quella mentalità tutta anglosassone di creare sistemi economici che davano l’opportunità di arricchirsi a chiunque, anche se partiva da umili origini. Serenamente ed obiettivamente, questo concetto non è stato tradito molto spesso. Fino a poche decine di anni fa. Oggi è quasi impossibile per un americano che viene dai bassifondi fare fortuna in modo legale. La battaglia persa dal self-made-man è stata vinta dalle Corporation. La globalizzazione ha fatto il resto. Per il timore dello spauracchio europeo, con l’era Clinton, gli Stati Uniti hanno favorito l’espansionismo cinese e indiano ed oggi arrancano in un economia che non riescono più a governare perché non la comprendono più. La loro principale ricchezza, come detto, è sempre stata l’iniziativa privata, l’individualità del singolo che era in grado con un’idea, con il proprio lavoro, con la fortuna (perché no) di essere d’esempio per gli altri. Oggi, la ricchezza è diventata come l’energia. “Non si crea e non si distrugge”. Le posizioni sociali raggiunte costringono tutti all’interno di una stretta cerchia economica che sa tanto di “casta” indiana. La Corporation è formata da un insieme di soci è questo potrebbe sembrare una rivisitazione del concetto dell’uomo che si è fatto da sé. Non è così. In un mercato selettivo e lobbista come quello di oggi, governato dal capitalismo mondiale, i protagonisti sono sempre gli stessi. E lo saranno ancora per molto tempo. Almeno fino a quando un SELF-MADE-MAN non deciderà di rinverdire le gesta di un tale Ned Ludd che è passato alla storia per aver tentato di fare una rivoluzione contro il progresso, la tecnologia. Attendo con impazienza quel giorno.